L’Italia andrà in vacanza, ha assicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Ma come? L’emergenza sanitaria cambierà l’estate degli italiani, soprattutto al mare. Con regole stringenti sia negli stabilimenti balneari che nelle spiagge libere. È Repubblica ad anticipare i contenuti del documento a cui stanno lavorando l’Inail e il Comitato tecnico-scientifico. Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail, spiega che la gestione spetterà soprattutto alle amministrazioni locali, che dovranno occuparsi di tutti gli aspetti: “Dalla mobilità privata e pubblica alle infrastrutture, valutando l’indice di affollamento delle spiagge”. La richiesta rivolta ai comuni è quella di far registrare le persone che accedono alle spiagge, magari utilizzando un’app per prenotare, soprattutto dove l’affollamento è maggiore.
La regola basilare è quella del distanziamento. Che varrà non solo sulla battigia, ma anche in acqua. La richiesta è quella di favorire le prenotazioni, anche per ricostruire gli eventuali contatti di persone che potrebbero risultare contagiate. Gli stabilimenti dovrebbero puntare soprattutto su pagamenti senza contanti. Per i clienti, inoltre, si dovrebbero prevedere – se possibile – “percorsi/corridoi di transito differenziati per direzione”. Nel caso in cui la stessa famiglia vada in spiaggia per più giorni, si dovranno assegnare gli stessi ombrelloni. Il personale deve accompagnare i clienti agli ombrelloni. Per il cibo, sarà possibile mangiare ai tavoli solo se ci sarà il distanziamento sufficiente, altrimenti si potrà portare il pranzo all’ombrellone. Gli stabilimenti potrebbero anche prevedere una consegna all’ombrellone del cibo ordinato.
La distanza minima tra le file di ombrelloni sarà di 5 metri, mentre tra gli ombrelloni sulla stessa fila ci dovranno essere 4,5 metri. Lettine, sdraio e sedie dovranno stare ad almeno due metri di distanza dall’ombrellone più vicino. Bisognerà, probabilmente, evitare le attività ludico-sportive che producono assembramenti o giochi di gruppo, con una vigilanza più accurata per il rispetto del distanziamento soprattutto nel caso dei bambini. Inoltre le piscine degli stabilimenti dovranno essere chiuse. Per accedere agli stabilimenti sarà necessario indossare la mascherina fino a che non si raggiungerà l’ombrellone.
Le regole varranno anche per le spiagge libere e dovranno essere gli enti locali, a partire dai comuni, a definire le modalità di accesso e la fruizione delle spiagge. Agli ingressi sarà necessario installare dei cartelli con le indicazioni da seguire. Bisognerà, inoltre, tracciare il perimetro di ogni “allestimento di ombrellone, sdraio e sedia”. Per esempio con dei nastri per delimitare le aree. Varranno le stesse regole sul distanziamento previste per gli stabilimenti, con una capienza massima anche per le spiagge libere. Saranno possibili anche turnazioni orarie e la prenotazione online degli spazi. In ogni caso bisognerà evitare gli assembramenti e assicurare la pulizia e l’igienizzazione degli spazi. Le spiagge libere potrebbero essere gestite da enti e associazioni di volontariato.